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Soraya Arianna Cordaro

XXII anelli

spezzati

© 2017 by Soraya Arianna Cordaro

Tutti i diritti riservati

All’indomabile anello spez-zato

che mi unisce alla vita

all’indelebile fune di sogni

 

Alla libertà di essere,

da qui all’oltre della mia cenere

a Te-Musica

ai centimetri di anima

a E-vita.

Funambola


 

PREFAZIONE

In questa breve plaquette di Soraya Cordaro si riconoscono alcuni aspetti primordiali della poesia con cui l’autriceha voluto darci prova della sua urgenza di scrittura.

È un dettato dirompente di osata “carnalità” poetica e l’originalità delle scene fa di questo libercolo tutt’altro che scontato, il giusto viatico per una gradevole lettura. Il titolo ha come cuore il numero 22, che secondo la tradizione ebraica del Vecchio Testamento riconduce a 22 i testi che daterebbero il mistero della creazione. E 22 corrisponde anche al matto nella smorfia napoletana, e 22 sono gli Arcani Maggiori dei tarocchi, carte divinatorie che racchiuderebbero i segreti piú importanti del nostro destino.

Cosí in questi testi si avverte un simbolismo inesauribile che si presta a riflessioni e approfondimenti di varia natura, soprattutto allo spezzarsi delle catene degli stereotipi e delle convenzioni. Soraya ci guida infatti su questa fune sospesa nel vuoto, come una funambola che danza tra ingranaggi rotti, rumori d’acciaio, corpi sgranati, per vie d’uscita (e di entrata) di un profondo bisogno d’amore.

E questi 22 anelli spezzati (speziati) vengono danzati in una spirale di fuoco, in cui si avvertono odori, aromi, profumi, e dove si sente il clangore del ferro dentro gabbie irate per la prigionia del (non)senso. Le parole subiscono il corpo, la sua avvenenza, i suoi rossori, e il corpo si concede inesausto al loro gioco erotico che privilegia il succedersi delle visioni dove è prorompente una scultura sensuale e mistica. Un gioco che si gioca, tra poesia e illusione, tra una metamorfosi e un volo, a volte costretto in reticoli forse troppo puntuali tra i centimetri della pelle e i misteri dell’anima.

A me piace pensare che la parola poetica di Soraya sia il proseguimento di un percorso, visto che uno zio, Ercole Cordaro, pubblicò un interessante lavoro, Tra le pareti di una vecchia casa, uscito per la vecchia Editrice Magenta nel 1965. In questi “XXII anelli spezzati”, ho ritrovato alcuni di quei tratti genetici; ora dobbiamo attendere (con pazienza) la prova finale del suo dna poetico.

Dino Azzalin

 

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