COME NACQUE MACCAGNO SECONDO UN’ANTICA

 LEGGENDA - ORIGINE DEL NOME - QUANDO

SORSERO I DUE MACCAGNO?

Un’antica leggenda

      CONOSCO una vecchina con un grazioso ciuffo di capelli bianchi ed un piccolo mento aguzzo, che abita in una casetta posta un poco sopra Maccagno Inf. Talvolta vado da lei. Di lassù si scopre il lago azzurro e d’estate il verde, attorno, è delizioso. La trovo generalmente seduta su una poltroncina presso la finestra; il capo reclinato leggermente su una spalla. L’abitudine al lavoro le è rimasta nelle mani, che agucchiano continuamente. Quando mi riesce, la faccio parlare ed allora racconta dei suoi anni lontani. Comincia spesso con un sermoncino contro l’età moderna che non le va a genio, poi cade nella esaltazione dei tempi passati. Rievoca, talvolta, anche lontane storie, reminiscenze di lunghe serate invernali passate conversando accanto al fuoco. Avventurieri, banditi, manigoldi, guerrieri si mescolano nei suoi racconti in cui suole far capolino anche la camicia rossa e il bel capo biondo di Garibaldi.   Circa l’origine di Maccagno racconta quanto segue nel suo dialetto rude, ma espressivo.

 « Scendi colla mente al piano, mi dice, da un’azzurra linea di monti lontani viene una sinuosa striscia d’argento. E’ un fiume ampio e lento che serpeggiando, reca la sua linfa preziosa. Lungo le sue rive a giugno è un ondeggiare di messi dorate. Gli uomini che vivono presso le sue acque lo adorano come un Dio, poichè è apportatore di vita. Gli hanno innalzato are e con nenie cantano le sue lodi. Sulle sue ricche sponde, la vita trascorre felice. Ma ecco giunger torme di genti nuove da lontani paesi. Sono falangi di guerrieri dal volto angoloso e dallo sguardo duro. A ferro e fuoco metton la ridente plaga e dove eran prima i campi fertili, ora è la devastazione ed il fumo degli incendi. Invano si tenta di opporsi alla loro invasione, ma chi può fermare la tempesta che s’abbatte e distrugge? In breve dov’era la città è un cumulo di rovine. I pochi scampati raccolti presso il fiume, guardano smarriti il bagliore degli incendi. Ad un tratto una voce si leva fra di essi e parla così:   « La sventura viene e passa come quest’acqua che ci lambe i piedi. Percorriamo quest’onda che ci fu amica, saliamo verso i monti azzurri che sembrano scrigni in cui siano celati tesori. Forse lassù tra le loro pieghe troveremo asilo e ricostruiremo la nostra vita. Due volte s’abbatte la sventura, su chi, oltre ai beni, perde la speranza.. ». Ed eccoli sul fiume. Dopo lungo navigare un grande lago appare ai loro occhi e sulle sue sponde prendono dimora. Un gruppo di essi fonda Maccagno e poichè Macone si chiama il loro condottiero, Maccagno diviene il nome del luogo.

Quale fantasia inventò questa leggenda? E sarà poi stata solo fantasia? E’ noto che la leggenda nasconde il vero, lo trasforma, ma non lo distrugge. Essa già contiene il germe della storia; anzi fu la prima storia. Gli uomini, un tempo videro negli eventi cose più grandi di quelle che noi scorgiamo. La volontà degli Dei, il fato, destini indistruttibili. Ed allora li raccontarono mescolandoli alle loro credenze e talvolta trasformandoli in mito. E’ noto che le invasioni di popoli barbari determinarono la fuga di gente dal piano verso i monti dov’era più facile sfuggire ad eventuali molestie; questa può esser stata l’origine di Maccagno.

Origine del nome Maccagno

MACCAGNO sino al 1860 circa, si pronunciò e si scrisse di solito con una sola C, poi si lasciò poco per volta l’antica dizione, ancora rimasta nel dialetto, e lo si scrisse e lo si pronunciò con due C. Nei documenti più antichi (risalgono al XII sec.) si scriveva Machagnio quando si voleva restar fedeli alla dizione dialettale (è noto che gli scrivani di un tempo riportavano, talvolta, i nomi delle località come li udivano pronunciare), Macaneum quando si voleva seguire la voce latina. Da dove il nome provenga è oscuro, ma non si è forse lontani dal vero ritenendolo derivato dal cognome MACO o MACCO (progenitore del comunissimo cognome Macchi) a cui si aggiunse il suffisso agn; o dal cognome stesso MACAGNO ancora frequente. Questo Maco o Macagno poteva essere un capo o un antico proprietario del luogo.

Altre località hanno lo stesso nome. Un’alpe Macagno nota per i formaggi chiamati « tume del Macagn » esiste in VaI Bogna presso Riva Valdobbia, laghi del Macagno sono detti alcuni laghetti della zona. Un Macagnolo si trova in provincia di Arezzo, e quindi a notevole distanza dal nostro, un Macconago in provincia di Milano, ecc.

Anche in ognuno di questi casi si pensa alla derivazione da un cognome: e poichè i Maccagno sono due: l’Inferiore e il Superiore, possiamo anche chiederci: sorsero contemporaneamente o uno di essi nacque in seguito?   Faremo qualche supposizione più avanti, per ora limitiamoci a dire che anche nei documenti più antichi essi appaiono già divisi.

Negli atti scritti in latino sono contraddistinti coi termini Inferior et Superior; in quelli scritti in volgare in Machagnio di sotto e di sopra, italianizzazione dei dialettali Macagn de suta e Macagn de sura. Come è noto i termini superiore ed inferiore derivano dalla leggera differenza di altitudine dei due paesi.   La leggenda s’impossessò, o precedette, quanto abbiamo esposto e lo abbiamo visto.

Quando sorsero i Due Maccagno?

 E' impossibile stabilire quando l’uomo fissò in modo definitivo la sua dimora sul bel piano verde che il Giona forma defluendo al lago. Maccagno non si trova su alcuna via importante di comunicazione terrestre ed anzi la mancanza di buone strade che lo allacciassero rapidamente con altri centri fu uno dei suoi crucci maggiori nel passato. Il lago fu invece sempre attivamente percorso e la riparatissima rada di Maccagno Inf. dovette attirare ben presto l’attenzione degli antichi naviganti in caso di procelle. Poi furono forse i dolci pendii sovrastanti il paese e i terrazzi solatii della Valveddasca ad attirare gente desiderosa di una dimora tranquilla ed economicamente sufficiente.

La tradizione vuole che i paesi più antichi della zona siano Maccagno Inferiore e Veddo e a favore dell’antichità del secondo si fa presente che la Valveddasca prese il nome da tale centro. Nell’antica lingua celtica il suffisso asc - asca serviva a designare le zone dei pascoli più o meno comuni agli abitanti di una plaga, Veddasca indicherebbe la valle dei pascoli sovrastante Veddo.   La maggior antichità di Maccagno Inf. rispetto al Superiore sarebbe rivelata dalla struttura del suo agglomerato che appare più antico e dalla maggior popolazione che determinò una diversa spartizione del suolo.

Il suolo di Maccagno Sup. era in possesso di poche famiglie e le proprietà terriere avevano superfici relativamente vaste; quello di Maccagno Inf. era invece suddiviso in minutissime particelle denotanti un frazionamento fortissimo della proprietà dovuto, quasi sempre, a successive spartizioni di carattere ereditario la cui origine doveva risalire ad anni assai lontani.   Infatti i cognomi più antichi di Maccagno Superiore e della sua frazione Veddo, risalgono a tre, quelli di Maccagno Inf. sono più numerosi.

Anche il destino dei due centri fu diverso.

Maccagno Sup. seguì la storia dei paesi della plaga, i quali furono amministrativamente raggruppati in una zona feudale che ebbe il nome di Squadra di Mezzo, Maccagno Inf. invece fece per molti anni da sè.   Nel 962 fu elevato a Corte Imperiale e da allora, fino allo scioglimento dei feudi, visse indipendente, sotto i propri signori con diritti singolari e talora vantaggiosi, a cui fu attaccatissimo. Si deve fare perciò la storia dei due paesi in racconti separati.

Cominciamo da Maccagno Inf. poichè vanta le vicende più ricche e complesse.