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Giorgio Reggiori
Racconti dialettali
della mia Valtravaglia
Nel raccontare
questi frammenti della vita dei luoghi dove sono nato e vissuto, mi sento in
dovere di avvertire il lettore che nella scrittura non è stata rispettata la
trascrizione fonetica corretta del dialetto della Valtravaglia. Questa mancanza
è dovuta alla volontà di lasciare al testo un aspetto “genuino”
come è il dialetto parlato.
Giorgio Reggiori
Mi è stato
chiesto di introdurre la raccolta di racconti dialettali di Giorgio Reggiori.
Nell’accingermi a farlo sono conscia
di commettere un atto di presunzione, perchè non posseggo nessun titolo al
riguardo se non quello di aver insegnato per oltre quarant’anni ai bambini
della nostra valle ricordando loro i valori che la nostra tradizione culturale
porta con sé.
Nei racconti dialettali di Reggiori riaffiora un
mondo sereno e composto, pur nella drammaticità di una vita quotidiana allora
sicuramente non facile, e si riscoprono quei valori di semplicità e di rigore
morale, che sono ancor più preziosi nella vita di oggi.
Il desiderio di mantenere viva la nostra tradizione
dialettale non rappresenta un tentativo impossibile di rievocare i fantasmi di
un mondo che non è più, ma dimostra la necessità di ritrovare quei valori
morali che hanno distinto lo stile di vita dei nostri nonni e dei loro
predecessori.
Consiglio la lettura di questi racconti non solo a chi, come me, è nato con il dialetto e la prima lingua che ho parlato è stato il dialetto, ma anche ai giovani perchè conoscano e non dimentichino mai quali sono le nostre radici. Voglio ricordare che la tradizione culturale di un popolo è ciò che lo mantiene vivo e gli dà la dignità di esistere.
Isabella Angela Gutierrez
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“Gheva
una volta i alp” |
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“Stri(streghe) e ciapit(diavoletti)
de Pos Pian” |
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“A ghe fiurii el sotbosch” |